Il "modello Venezuela" in Italia:
un Master per la formazione degli operatori
di Silvia Rumi
Prende il via il 15 marzo
2014 presso la Scuola di Musica di Fiesole il primo Master post lauream di I
livello in “Operatore musicale per orchestre infantili e giovanili”, organizzato
dalla Scuola di musica di Fiesole in collaborazione con l’Università di Firenze
ed il Comitato Sistema dei cori e delle orchestre giovanili e infantili Onlus.
Il “Sistema”. Josè Antonio Abreu,
economista e musicista, politico e accademico, ex ministro della Cultura
venezuelana, è l’ideatore de “El Sistema”, una fondazione che nel suo paese di
origine dal 1975 si rivolge alla promozione sociale e alla crescita
intellettuale dell’infanzia disagiata e della gioventù a rischio attraverso un
metodo di insegnamento ed un percorso originale che unisce la didattica musicale
all’intervento pedagogico. Il modello, che ha ottenuto finanziamenti da parte
delle istituzioni pubbliche, consiste in un sistema di educazione musicale con
accesso libero e gratuito per tutti i bambini e ragazzi di ogni ceto sociale i
quali, tramite la disciplina e l’impegno costante, hanno la possibilità di
fuggire dalle logiche nichiliste dei “barrios” (le baraccopoli venezuelane) e
della povertà. Abreu ha dedicato tutte le sue energie in questo progetto utopico
in cui l'orchestra rappresenta la società ideale che permette lo sviluppo
personale e sociale a chiunque e il recupero e la prevenzione per giovani
esposti al crimine, alla povertà e alla droga. Si tratta di un vero
investimento basato sul valore sociale della musica come strumento della
formazione dell’individuo e fondamento della cultura.
“L’obiettivo consiste
- egli ha detto ricevendo il TED Prize nel 2009 - , dopo aver compreso l’importanza
di istruire le persone, nel farle diventare “persone di valore”, nell’aiutarle
ad accrescere la loro autostima, consegnando nelle loro stesse mani gli
“strumenti” per crescere. Suonare in un’orchestra è molto più che studiare la
musica, significa “entrare in una comunità”, in un gruppo che si riconosce come
interdipendente nel perseguire insieme uno scopo. Cantare e suonare insieme
significa coesistere profondamente ed intimamente rivolti alla perfezione e nel
desiderio di eccellenza, in una rigorosa disciplina di cooperazione e
condivisione che mira a creare un’interdipendenza armonica di voci e strumenti.
Così si crea uno spirito di solidarietà e di fraternità e si coltivano i valori
etici ed estetici legati in ogni senso all’esercizio musicale. La musica è
immensamente importante nel risvegliare la sensibilità e nel forgiare i valori.
I vantaggi emotivi ed intellettuali sono enormi: la musica permette a tutti di
trovare una propria strada nella vita perché permette di crescere
intellettualmente e mentalmente, in un mondo che fronteggia un’immensa crisi
spirituale, non soltanto sociale ed economica. Così l’arte va al servizio dei
più deboli, di tutti coloro che “gridano”, rivendicando lo spirito della loro
condizione umana e l’elevarsi della loro dignità.”
El Sistema ha insegnato a suonare uno strumento a
250.000 under 18, ha portato alla creazione di 150 orchestre giovanili (dai 12
ai 26 anni) e 140 infantili (dai 7 ai 12 anni) e di nuove orchestre
pre-infantili (da 4 a 7 anni) oltre a formare 300.000 coristi. Alcuni di questi allievi hanno poi intrapreso carriere
internazionali di rilievo, come ad esempio i direttori d'orchestra Gustavo
Dudamel, Dietrich Paredes, Christian Vasquez, Diego Matheuz e Natalia
Luiss-Bassa, Edicson Ruiz divenuto contrabbassista dei Berliner Philharmoniker
all’età di 19 anni, il violista Joen Vazquez, il flautista Pedro Eustache, il
violinista e direttore Edward Pulgar. El Sistema si sta ormai affermando in tutto il mondo,
dall’America Latina agli Stati Uniti, all’Asia, alla Nuova Zelanda e in gran
parte dell’Europa.
Il progetto italiano. Nonostante la storica tradizione musicale, l’Italia non riconosce espressamente
la musica come elemento formativo nell’educazione di bambini e ragazzi e risulta
tra i Paesi europei più arretrati sotto il profilo dell’educazione musicale. Per questo nel nostro Paese la musica è la più
marginale tra le materie di insegnamento, mentre l’accesso alla formazione
musicale professionale è riservato ad un numero ristretto di ragazzi attraverso
i Conservatori di Musica. Gli investimenti pubblici in questo settore,
soprattutto per gli aspetti educativi, sono praticamente inesistenti. Il
disagio giovanile è un fenomeno in continua crescita, in particolare nei grandi
centri urbani, ed è stato ampiamente verificato come un coinvolgimento in una esperienza creativa e culturale possa costituire un momento di rivalsa e di
crescita sociale.
Il primo sostenitore di un Sistema alla Abreu in
Italia è stato Claudio Abbado che ha avuto l’idea di far nascere un sistema
rivolto alle classi disagiate e ai ragazzi con problematiche sociali o
economiche che grazie alla musica trovano una strada per il reinserimento nella
società. E’ nato così il 16 dicembre 2010 il
Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e
Infantili in Italia attraverso la costituzione di un
Comitato Onlus guidato da
Federculture e dalla Scuola di Musica di Fiesole, di cui sono
presidenti onorari i maestri Claudio Abbado e
José Antonio Abreu. Il Sistema attiva, riconosce e sostiene le
orchestre i cui scopi e le cui modalità didattiche si ispirino agli alti valori
etici del modello venezuelano di Abreu. Da quando si è formato il Sistema italiano ha accompagnato
lo sviluppo di numerose attività didattiche in tutta Italia: già 8500 bambini e
ragazzi, dai 4 ai 16 anni, partecipano alla crescita di questo progetto,
riuniti in 44 Nuclei distribuiti in 14 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata,
Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia,
Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto e Toscana).La formazione musicale si svolge in forma gratuita, con
particolare attenzione ai quartieri periferici e alle realtà svantaggiate e in
alcuni nuclei sono operativi progetti didattici rivolti ai bambini con disabilità, in particolare ai
non udenti che “cantano” insieme agli altri giovani musicisti muovendo le mani
guantate nei “cori delle mani bianche”.
Per sostenere le attività dei Nuclei il Comitato promuove diverse iniziative tra cui le raccolte di strumenti musicali.
Le prime tre giornate nazionali, che si sono svolte al Teatro alla Scala di Milano (maggio 2011), al Teatro
Petruzzelli di Bari (aprile 2012) e all’Auditorium Parco della Musica di Roma
(ottobre 2012) hanno riportato una straordinaria partecipazione della
cittadinanza. L’8 febbraio 2011 è stata firmata a Caracas una Convenzione tra il Presidente del
Sistema delle Orchestre e Cori Giovanili e Infantili in Italia, Roberto
Grossi, il Direttore Esecutivo della Fundaciòn del Estado
para El Sistema Nacional de Las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela
(Fesnojiv), Prof. Eduardo Mendez, e l’ideatore de El Sistema, il Maestro José Antonio Abreu.
Nella Convenzione i due sistemi individuano iniziative e attività di
interesse comune, si impegnano a supportarsi reciprocamente, a elaborare
politiche di scambio di buone pratiche, a promuovere iniziative finalizzate alla
formazione dei docenti e a collaborare per lo sviluppo di un movimento
internazionale che contribuisca ad affermare i valori della pace, della
solidarietà e della giustizia.
Il MIUR e il Sistema Orchestre Giovanili e Infantili in Italia hanno siglato nel
febbraio 2013 un Protocollo d’intesa con il quale si impegnano a promuovere e
accrescere l’educazione musicale e la formazione di orchestre giovanili nel
sistema scolastico e nella rete degli istituti penitenziari minorili italiani
garantendo l’applicazione dei principi educativi e formativi del Maestro José
Antonio Abreu. Le parti si sono impegnate a coinvolgere attivamente nel
progetto le istituzioni demandate all’educazione, all’istruzione, ai servizi
sociali, e il Ministero si impegna a sostenere per un triennio le spese relative
allo sviluppo dei Nuclei pilota nelle scuole e negli istituti penitenziari
minorili.
Il Master. In questo contesto si inserisce l’attuale iniziativa della Regione Toscana, in un
progetto coordinato da Daniela Sarsini - ordinario di Pedagogia Generale e
Sociale dell’Università di Firenze - e riservato ai giovani laureati in possesso
di specifiche conoscenze musicali. Sono numerosi gli aspiranti
studenti al Master, e tra loro i primi 15 nella graduatoria di ammissione
potranno giovarsi del sostegno delle borse di studio messe a disposizione dalla
Regione Toscana. “Non basta essere un giovane musicista per insegnare ai ragazzi come fare musica
insieme – ha dichiarato Stella Targetti, Vicepresidente della Regione Toscana
con delega all’Istruzione – occorrono anche competenze didattiche e pedagogiche
specifiche: per questo, al fine di diffondere il metodo ispirato all’esperienza
di José Antonio Abreu e portato in Italia da Claudio Abbado, abbiamo deciso come
Regione di coprire i costi di iscrizione per i primi quindici giovani musicisti
che potranno contribuire a diffonderlo, perché la musica è uno strumento
potentissimo di crescita personale e di inclusione per i nostri bambini e
ragazzi”.
Le lezioni saranno concentrate in moduli di tre o quattro giorni con cadenza
mensile, in modo da permettere la frequenza anche agli studenti residenti fuori
sede. Le attività didattiche si svolgeranno presso la Scuola di Musica di
Fiesole e presso il Dipartimento di Scienze della Formazione di Psicologia di
Firenze. Tra le attività formative: pedagogia e psicologia delle relazioni fra
pari, psicopedagogia, gruppi e comunità nei contesti interculturali, metodi per
l’insegnamento della ritmica e didattica strumentale per l’infanzia.
marzo 2014
Il sito del "Sistema" in
Italia>>>
Il Master sul sito della Scuola di
Fiesole>>>
e su quello dell'Università di Firenze>>>
La nota MIUR del 6 marzo 2014>>>
Il protocollo d'intesa fra MIUR e
"Comitato Sistema delle orchestre e dei cori giovanili in Italia">>>
****************
In relazione a questa pagina Mario
Piatti ci ha inviato il 25 marzo 2014 una sua nota, che pubblichiamo come
pervenuta. Contributi anche critici possono essere utili. Tuttavia l'idea che
l'educazione musicale nella scuola
italiana sia compiutamente allineata agli standard internazionali, come sostiene Piatti nella sua nota,
continua a sembrarci questione quantomeno controversa.
28-3-14
Nota di Mario Piatti sull'articolo di Silvia Rumi
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