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  Covid19 e didattica in Conservatorio:
il bicchiere è mezzo pieno

di Luigi Marzola


Dato per acquisito che nessuno si sarebbe mai augurato di vivere una situazione così drammatica come quella causata dalla pandemia purtroppo ancora in corso, è innegabile che la situazione che si è generata abbia avuto una ricaduta sulla didattica.

Cerchiamo in queste poche righe di analizzarne alcuni aspetti, a mio avviso positivi, che hanno influenzato il lavoro degli ultimi mesi.

La mutata situazione ha costretto i singoli docenti a confrontarsi quasi quotidianamente con la qualità del proprio lavoro discutendo e scambiando opinioni con i colleghi su come la propria attività potesse subire meno ripercussioni negative ed anche potesse essere reinventata in forza delle limitazioni date dalla “non presenza”.

Tutto questo in un’istituzione che poco si interroga e poco discute sulla propria didattica ed in cui vige spesso la modalità del “si fa così perché si è sempre fatto così”.

In altre parole mai come in questo momento, a mia memoria, in ambito conservatoriale c’è stato tra i professori un confronto così assiduo e costante sulle possibilità e sull’efficacia della trasmissione del sapere; e questo focus pressoché quotidiano, almeno nei primi tempi del lockdown, ha rappresentato senza dubbio un valore aggiunto.

Nel merito:

- le difficoltà generate dal blocco della consueta attività hanno determinato forzatamente un aggiornamento informatico: non dimentichiamoci che il “parco docenti” rispetto al “parco studenti” è più vecchio anagraficamente e quindi meno avvezzo ad un uso disinvolto e quotidiano dei mezzi informatici; i professori hanno dovuto trascorrere qualche ora in più davanti ai loro computer per impadronirsi di una certa familiarità con programmi come Zoom, Skype, Microsoft Teams e quant’altro con l’obiettivo di ottimizzare la comunicazione con i loro studenti.

- il rientro in famiglia di molti studenti stranieri spaventati dalla pandemia e dalla distanza con i loro cari ha determinato una riorganizzazione degli orari e dei giorni delle lezioni: le ore 18 a Milano sono le 24 a Pechino. Sembrerà banale ma una rivisitazione dell’organizzazione settimanale della propria professione è comunque un pungolo per riacquisire una certa elasticità mentale, soprattutto per chi è da anni abituato a programmare la propria settimana sempre con la stessa prassi: “i miei giorni”, “la mia aula”, ecc…

- l’uso del mezzo informatico ha permesso di utilizzare e di condividere contenuti audio e video: molti studenti hanno prodotto frequentemente registrazioni dei brani studiati sui quali i loro docenti hanno potuto lavorare in separata sede e in tutta tranquillità, fornendo poi pareri ed opinioni in funzione del miglioramento dell’attività performativa.

- è stato più semplice organizzare lezioni “aperte” in cui più studenti potessero seguire quelle dei loro compagni di studi ed insieme analizzare e commentare difficoltà, errori e qualità delle prove esattamente come durante le lezioni in presenza.

- l’azzeramento delle distanze geografiche, determinato da una modalità di lezione “domestica”, ha messo tutti gli attori sullo stesso piano e, quindi, in una dimensione molto democratica; inoltre stare a casa propria, utilizzare il proprio computer ed il proprio pianoforte senza dubbio è stato di conforto.

- si è prodotta naturalmente una progressiva e repentina scomparsa di una delle frasi più comunemente usate dagli studenti: A CASA MI VENIVA!

Naturalmente questi sono solo brevi accenni ad una situazione complessa e delicata che, come detto in apertura, nessuno si augurava potesse accadere. Rimane assodato che nulla può sostituirsi alla lezione “in presenza” con l’esempio diretto del maestro, ma a volte di questa modalità si tende ad abusare con il risultato che l’allievo acquisisce un atteggiamento imitativo e dipendente.

Le difficoltà, come spesso avviene, hanno però stimolato una ricerca proficua di nuovi strumenti utili alla didattica e hanno innescato un processo di aggiornamento che è auspicabile possa non interrompersi anche quando questa emergenza sarà terminata.

Di necessità virtù.


Luglio 2020


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