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INTERVENTI

Il progetto "Working With Music"

raccontato da Lucia Di Cecca, ideatrice e referente
 

Lucia Di Cecca, docente nel Conservatorio di Frosinone, è ideatrice e referente del progetto europeo Working With Music, iniziato nel 2010 e avviato quest’anno alla seconda edizione. Il progetto nasce nell’ambito del programma europeo Leonardo da Vinci, dedicato alla formazione professionale, e consiste nell’erogazione di borse e di assistenza organizzativa a giovani diplomati dei Conservatori italiani aderenti (diploma di primo o secondo livello, o diploma dell’ordinamento previgente) che abbiano conseguito il titolo nei 4 anni precedenti, per realizzare una esperienza di tirocinio professionale all’estero. Sono comprese nel progetto tutte le professionalità formate all'interno delle istituzioni: esecutori - strumentisti e cantanti - di musica classica, jazz e pop, compositori, direttori di coro e d'orchestra; ad esse si aggiungono le nuove professioni rivolte al sociale - come la musicoterapia - e alle nuove tecnologie.

Fra le opportunità proposte ai partecipanti sono da citare l'inserimento in orchestre sinfoniche, teatri, festivals, organizzazioni di spettacoli, studi di registrazione, enti ed organizzazione rivolte alla tutela della salute (è il caso dei musicoterapeuti); la possibilità di lavorare con solisti di fama; l'occasione di sperimentare la preparazione di una stagione professionale, con calendario delle prove, prime, repliche, registrazioni; l'occasione di sperimentare l'intensità e la frequenza delle attività concertistiche professionali; l'occasione di usare le nuove tecnologie applicate alla musica in ambiti di ricerca e gestionali; la possibilità di sperimentare ambienti di lavoro a forte valenza internazionale; la possibilità di costruire nuovi rapporti utili ai fini della propria carriera.

Fra le finalità formative la verifica sul campo delle competenze tecniche e interpretative acquisite nel corso degli studi; il miglioramento della preparazione tecnica ed emotiva in previsione di successive audizioni per l'accesso a enti teatrali/lirici/sinfonici; l'acquisizione di sicure competenze linguistiche attraverso l'utilizzo quotidiano di una lingua diversa dalla propria in un contesto professionale. 

L’entità delle borse è compresa fra 4.200 e 5.400 euro (per i tirocini di 20 settimane) a seconda del paese di destinazione.

I partecipanti ricevono informazioni dettagliate e supporto pratico nella gestione degli aspetti legati a visti e permessi di soggiorno e lavoro, viene verificata la copertura sanitaria e viene garantita la copertura assicurativa per infortuni e responsabilità civile. Ricevono supporto nella organizzazione del viaggio e del soggiorno. I giovani che si recano presso Conservatori e Accademie usufruiscono degli alloggi e della mensa destinati agli studenti universitari.

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Sergio Lattes - Cos’è Working With Music?

Lucia Di Cecca – Un progetto che vuole offrire una possibilità in più ai neo-diplomati. E’ cosa ben nota che, quando si diploma, il nostro studente si trova improvvisamente al di fuori di un ambiente che in qualche modo lo ha protetto, ed è il più delle volte impreparato ad affrontare quello che lo aspetta fuori dal Conservatorio. Spesso lo studente torna dagli insegnanti a chiedere consigli su cosa fare, come muoversi. E’ comunque un passaggio difficile, oggi certamente più ancora che in altri tempi.

E queste sono anche fra le ragioni della tendenza a restare studenti indefinitamente...Hai trovato sensibilità su questo tema?

Il problema è certo sentito, ma per lo più ci si ferma alla stanca constatazione che non ci sono orchestre e posti di lavoro. Ma: intanto, le professioni musicali sono molte. In secondo luogo il problema è diffuso, non è solo italiano. La differenza semmai è che da noi spesso ci si “siede” su un atteggiamento fatalista, altrove si guarda più chiaramente a questa molteplicità delle professioni, anche con una certa fantasia – è indispensabile se si vuole continuare a pensare alla musica come un lavoro.

Il progetto esisteva già?

No, il progetto è stato concepito ex novo, sin dal nome, utilizzando un programma europeo già in uso nelle Università, il Leonardo da Vinci, che prevede il finanziamento di tirocini ai laureati. Fa parte del LLP (Lifelong Learning Programme), un grande ombrello che copre una serie di programmi, fra i quali l’Erasmus è quello più noto da noi. Il Leonardo da Vinci si occupa della formazione professionale, quindi anche di tirocinio. La novità del nostro progetto sta nell’accesso di Conservatori di musica a questo programma: questa è una novità anche per l’Europa. E poiché l’agenzia italiana del programma Leonardo finanzia solo progetti organici e di una certa dimensione, sono stata “costretta” sin dall’inizio a dargli una dimensione relativamente ampia, maggiore forse di quello che avrei immaginato.

Così siamo partiti, il primo anno, con 3 Conservatori: Frosinone come capofila (e questo non sarebbe stato possibilie senza la disponibilità del presidente Tarquini), Trieste e L’Aquila. Si sono realizzati 19 tirocini all’estero. Per il secondo anno si sono aggiunti Genova, Torino e l’IMP di Livorno.

Questi sono i partner d’invio.

Appunto. E possono partecipare i diplomati degli ultimi 4 anni di questi istituti.
Dall’altro lato ci sono i “partner ospitanti”, cioè le istituzioni di destinazione dei tirocini. Sono molti, e li si trova – con tutte le altre informazioni sul progetto – sul nostro sito istituzionale, www.workingwithmusic.net che è stato costruito con la collaborazione di Confindustria di Frosinone, che è anch’essa fra i partner del progetto.

La scelta e la gestione dei rapporti con i partner ospitanti è responsabilità delle singole istituzioni d’invio. Va sottolineato però che per ciascun Conservatorio la partecipazione a un progetto organico rende la ricerca e il contatto con i partner ospitanti ben più agevoli di quanto avverrebbe muovendosi singolarmente. Non è così facile trovare enti disposti a ospitare tirocini. Bisogna offrire delle garanzie, e la partecipazione ad un progetto importante già è una garanzia. Le altre, ovviamente, vanno offerte da chi propone l’invio, e riguardano innanzitutto la qualità.

Per fare l’esempio più semplice, quello di un giovane che va a suonare in un’orchestra: quantopiù alto è il livello del partner ospitante, tantopiù si pone il problema della garanzia della qualità, e fra le due istituzioni si svolge in qualche modo una trattativa. Il fatto che la relazione sia incorniciata in un progetto rilevante certamente è un aiuto fondamentale. Ovviamente occorre flessibilità, l’incontro fra le esigenze e le disponibilità è un gioco complesso.

Qual è la durata dei tirocini?

Abbiamo preferito in generale la durata di 20 settimane, su un massimo di 26 previsto dal programma. Dal punto di vista organizzativo è preferibile una certa uniformità delle scelte di durata, ma ovviamente in alcuni casi, come per esempio il Festival di Erl, è stato necessario optare per una durata diversa. Negli altri casi una durata relativamente lunga corrisponde sia alle esigenze del partner ospitante, che “investe” nel tirocinante, sia a quelle del diplomato, che può vincere la borsa una sola volta nella vita.

E’ interessante notare che in alcuni casi sono gli stessi neo-diplomati a indicare il possibile partner ospitante. Per esempio a Frosinone abbiamo una giovane compositrice in tirocinio al Royal College a Londra come assistente alla didattica: lo ha indicato lei, che ci era già stata a fare un Master.

Cosa fanno i Partner intermediari?

Sono definiti così dei soggetti che non sono né invianti né ospitanti. Sono in primo luogo alcuni centri linguistici di Università, che forniscono ai borsisti la preparazione linguistica, espressamente richiesta dal programma Leonardo. E’ stata organizzata ad hoc, “tarata” sui ragazzi selezionati. In qualche caso, dove il giovane conosceva già bene la lingua, il corso è stato seguito direttamente nella località di destinazione.

Ci sono poi altri partner intermediari: l’Associazione Europea dei Conservatori (AEC), SuonareNews (Michelangeli Editore), Confindustria Frosinone. Il programma Leonardo prevede una fase di pubblicizzazione e diffusione dei risultati. E, a parte questo obbligo, avevamo bisogno che il progetto fosse pubblicizzato per ottenere la partecipazione dei diplomati. A Frosinone abbiamo fatto una conferenza stampa. SuonareNews prima della pubblicizzazione del bando lo ha presentato e commentato. Speriamo anche che i ragazzi, al ritorno dalle loro esperienza, possano fare dei resoconti che possano essere pubblicati sulla rivista. AEC ha destinato al progetto uno dei workshop che hanno luogo nel corso della riunione annuale dei coordinatori della attività internazionali di tutte le istituzioni aderenti, a livello europeo. Questa è una sede importante per far circolare il progetto e agevolare l’adesione di Conservatori. E qui, nel prossimo settembre, si potrà fare il punto del primo anno di esperienza, e illustrare le prospettive del secondo. Quanto a Confindustria Frosinone, in primo luogo ha realizzato il sito del progetto, che è uno dei suoi strumenti essenziali. E ci aiuterà a fare una giornata di studio, nel prossimo settembre/ottobre, cui saranno invitati tutti i partner per fare il punto della situazione in vista della seconda edizione – se il progetto, come speriamo, sarà nuovamente approvato.

Dunque fra gli ospitanti ci sono anche Conservatori?

Sì. Per esempio, nel caso di pianisti accompagnatori. Ma ci sono anche altri casi, come quello del Lemmensinstituut Leuven in Belgio, che ha avuto bisogno di chitarristi e di cantanti per l’insegnamento di base nei suoi corsi di formazione dei docenti per la scuola generale. Nel caso del canto in particolare c’era anche il bisogno dell’insegnamento della corretta dizione italiana, ma sopratutto l’esigenza di insegnanti di canto dovuta al fatto che in quella istituzione tutti gli studenti, anche gli strumentisti, devono studiare canto (e cantano anche bene!). Del Royal College di Londra ho fatto cenno prima.

Oltre alle orchestre e ai Conservatori che tipo di tirocini ci sono?

Qualche esempio: a Vienna c’è un organismo che organizza le attività musicali liturgiche nelle chiese. Abbiamo lì una cantante in tirocinio. Un nostro jazzista va pure a Vienna, in una piccola organizzazione che cura concerti jazz dove era già stato come studente Erasmus, e lì fa un’esperienza sia performativa che organizzativa. Ci sono gli organisti, che vanno a fare gli organisti di chiesa ma anche lavoro di supporto al management per l’organizzazione di un festival. E altri due jazzisti sono a Cergy-Pontoise, vicinissimo a Parigi, ed è un posto che si sono trovati loro.

D’altra parte il progetto può essere visto sotto un’altra angolazione: quella di sostenere finanziariamente dei giovani professionisti che muovono i primi passi di una carriera che hanno già cominciato a delineare per conto loro, con relazioni e contatti all’estero già stabiliti.

Come avviene la selezione?

Abbiamo chiesto un curriculum e un video, ovviamente coerente con le competenze, che viene inviato ai possibili partner, e abbiamo fatto dei colloqui. Abbiamo dato un punteggio (sul sito ci sono i verbali con criteri di valutazione e punteggi ottenuti), che comprende il voto di diploma, la valutazione del curriculum, la valutazione del progetto che ogni candidato ha formulato per accompagnare la propria candidatura, la valutazione delle competenze linguistiche. Abbiamo anche dato la possibilità di fare un’audizione virtuale via Skype.

Sembra che non siano entrati nel progetto i Conservatori italiani più grandi. E’ così?

Penso che siano entrati nel progetto Conservatori importanti. Siamo partiti con Frosinone, L’Aquila e Trieste perché c’era sin dall’inizio una buona conoscenza fra le istituzioni e un buon affiatamento. E anche una consistente esperienza sul tirocinio Erasmus. Comunque è stata essenziale la fiducia nel progetto dei tre direttori (D’Antò, Carioti e Parovel), e la collaborazione dei colleghi che localmente lo hanno seguito (Teresa Trevisan a Trieste e Alvaro Lopes all’Aquila). Quest’anno si è deciso di ampliare e perciò lo abbiamo proposto ad altri (c’era chi aveva pensato di proporlo a tutti le istituzioni). Alcuni non hanno risposto. Genova Torino e Livorno, che è un IMP, hanno aderito e mi piace ricordare che Livorno si è proposta di sua iniziativa per aver conosciuto il progetto attraverso il contatto con uno dei partner stranieri. Sono convinta dunque che questo progetto abbia possibilità di crescita importanti. 

Come vedi le prospettive occupazionali dei diplomati dei Conservatori italiani?

Non saprei dare una risposta in termini generali, e neppure mi ci provo. Però conosco i ragazzi che stanno facendo esperienze all’estero (sia attraverso Erasmus che attraverso Leonardo, cioè questo progetto), e so che stanno costruendo delle carriere. In vari casi hanno avuto offerte di lavoro nelle sedi del tirocinio, perché sono ragazzi di valore. Per lo più, penso, torneranno in Italia. Ma avranno mente più aperta, avranno fatto esperienze importanti, avranno imparato a mettere in moto la propria creatività e la propria fantasia, saranno insomma persone che possono affrontare la vita e costruirsi una carriera, qualunque essa sia. Saranno più forti, e più pronti.

Aprile 2011

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