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sei in: DIDATTICA>I CORSI PRE-ACCADEMICI>4 DOMANDE A MARCO VINCENZI

I corsi pre-accademici


4 domande a Marco Vincenzi

Nella prospettiva che i Conservatori continuino per un lungo periodo a offrire la formazione musicale fin dall’inizio degli studi, quali aspetti dell’ordinamento del 1930 (fin dall’inizio degli studi musicali) ti sembrano richiedere innovazioni, e quali viceversa ritieni siano da preservare, in particolare per quanto riguarda la formazione musicale complessiva?

La musica d’insieme non ricopre nel vecchio ordinamento il ruolo primario che le competerebbe: in particolare, i programmi di pianoforte non contengono nulla di cameristico e la disciplina “musica da camera” del vecchio ordinamento appare soltanto al corso superiore e senza esame finale. È evidente che questo costituisce una gravissima lacuna nella formazione del musicista: la pratica del suonare assieme dovrebbe iniziare parallelamente a quella dell’apprendimento strumentale, nella fascia d’età più precoce possibile. Bisognerebbe potenziare i gruppi di bambini e ragazzi, ovviamente con un repertorio adatto alle capacità strumentali per abituarsi fin da subito alla dimensione cameristica, ma anche alla qualità del risultato.


E, in particolare, per quanto riguarda l’insegnamento strumentale?


Il limite maggiore del vecchio ordinamento sta – secondo me – nei programmi, concepiti in maniera rigida, con elenchi di brani specifici da portare agli esami: tali elenchi escludono la possibilità di allargare il repertorio di studio, di aggiornarlo alla produzione contemporanea  e di personalizzarlo al meglio per ogni studente. Nei Conservatori dove erano stati approvati differenti tipi di programmi sperimentali, questo limite è meno vincolante: il mio auspicio relativo ai nuovi programmi per i percorsi pre-accademici è che non contengano liste di pezzi, ma indicazioni di stili e autori, in modo da poterli applicare nel modo più elastico possibile.


Come valuti la possibilità che la formazione ante-triennio venga progettata in autonomia dalle singole istituzioni, senza un modello centrale?

Personalmente, preferirei che ci fosse un modello centrale, per non diversificare i percorsi ante-triennio da un Conservatorio all’altro e per consentire eventuali trasferimenti degli studenti da un Conservatorio all’altro senza troppi problemi pratici.


Ritieni opportuno tener conto dell’impianto didattico e disciplinare del nuovo liceo musicale?

Avrei ritenuto opportuno che prima fosse stata delineata la struttura dei licei musicali, ne fossero stati aperti in quantità correlata ai Conservatori e poi fosse iniziata la trasformazione dei vecchi corsi superiori in trienni. Invece ci siamo trovati a sostituire il tetto a un edificio che continua a contenere al suo interno due sistemi formativi diversi; adesso ci viene fornita una specie di “succursale” di una parte dell’edificio, ma in numero assolutamente insoddisfacente. Le poche sezioni di licei musicali che sono state aperte non sono in grado di assorbire gli studenti in età ante-triennio: la mia previsione è che la maggior parte di essi continuerà la doppia scolarità e una piccola parte frequenterà il liceo musicale. Di questa piccola parte, non escludo che qualcuno possa non essere soddisfatto dell’impianto didattico e disciplinare del liceo e frequenti comunque il Conservatorio (non essendoci, a quanto ne so, una specifica incompatibilità fra le due Istituzioni): in tale ipotesi si verrebbero a creare situazioni di doppio insegnamento contemporaneo, con i rischi che tutti conosciamo per una formazione lineare degli studenti di quell’età.   


Genovese, diplomato con lode in pianoforte e composizione, laureato con lode in lettere moderne, Prix de Virtuosité di pianoforte al Conservatoire Superieur di Ginevra (classe di Maria Tipo), Marco Vincenzi svolge regolare attività concertistica in Italia e all’estero. Ha inciso otto CD per, tutti recensiti molto favorevolmente da prestigiose riviste europee e americane. È titolare di pianoforte principale presso il Conservatorio di Genova, direttore del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni di Empoli e direttore artistico del Concorso Pianistico Internazionale “Arcangelo Speranza” di Taranto.

(dicembre 2010)

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