Perché non possiamo cominciare da piccoli?
Lettera aperta di un contrabbassista che è stato
all'estero
Massimo Battarino,
contrabbassista, è uno dei diplomati che si sono avvalsi della
possibilità di fare, dopo il diploma, un'esperienza
professionale all'estero, offerta dal progetto europeo Working
with Music. Il progetto è attivo ormai da 10 anni, è coordinato
dal Conservatorio di Frosinone e comprende oggi 17 fra
Conservatori e ISSM. Ha coinvolto negli anni centinaia di
istituzioni ospitanti, in Europa e oltre
– teatri, associazioni concertistiche, chiese, studi di
registrazione, accademie, ospedali. Ha organizzato finora 270
tirocini all'estero di diplomati italiani.
Da Massimo Battarino
abbiamo ricevuto questa lettera aperta che pone il problema
dell'assenza del contrabbasso – come di molti altri strumenti –
dalle scuole medie a indirizzo musicale, della conseguente
difficoltà di accesso dei giovani a questi strumenti,
diversamente da quanto avviene in altri Paesi, e
dell'impoverimento che ne deriva per la trasmissione della
cultura musicale in Italia.
La pubblichiamo
volentieri.
*****
Vorrei
raccontare la mia esperienza con il progetto Working with Music e insieme
illustrare degli importanti spunti di riflessione che erano già presenti in me
prima di questa esperienza, ma che sono poi fortemente scaturiti al suo termine,
al rientro in Italia.
Grazie alla
attività di intermediazione svolta dal Consorzio WWM, in collaborazione col mio
Conservatorio di provenienza (Conservatorio di Cagliari) nel 2016 mi candidai
per svolgere un tirocinio post laurea Erasmus, scegliendo tra le varie proposte
un tirocinio orchestrale presso la Sinfonieorchester Munster, in Germania.
Previa audizione svoltasi in due fasi a distanza, venni accettato in questa
compagine orchestrale come contrabbasso di fila e mi trasferii quindi a Munster
dove rimasi 9 mesi, cioè la durata totale prevista per il tirocinio.
Per tutto quel
periodo partecipai alle diverse produzioni sinfonico-operistiche previste per
quell'anno e fui coinvolto anche in altre iniziative musicali promosse dallo
stesso Teatro che mi ospitava, dalla locale Hochschule e da altre formazioni
professionali presenti a Munster, riuscendo ad accumulare in pochi mesi un
bagaglio di esperienze che purtoppo non ero mai riuscito a fare nella mia città
e che tuttora non ho più vissuto.
E' senz'altro
stata una esperienza estremamente formativa che mi ha anche permesso di toccare
con mano la realtà musicale in Germania dove la sensibilità e la cultura
musicale sono mediamente decisamente più elevate che non in Italia. So che non
ho scoperto niente di nuovo ma constatare di persona è stato significativo. La
musica è davvero parte integrante della società tedesca , ricordo per esempio
che dalla mia postazione sul palco intravvedevo la platea e le logge del teatro
sempre piene, con tanti giovani, anche per i titoli in teoria meno attraenti e/o
più ostici per il pubblico.
In prossimità
del Natale fui ingaggiato da un'altra orchestra semiprofessionale di Munster per
eseguire in una (comunissima) chiesa evangelica nientemeno che l'Oratorio di
Natale di Bach e in seguito fui coinvolto (stavolta come contrabbassista della
Simphonieorchester Munster) per l'esecuzione del Requiem di Berlioz persso il
Duomo di Munster. In quest'ultima occasione fu massiccia la presenza di
giovanissimi "aggiunti", provenienti dalla locale Hochschule ma non solo. Tra i
tanti, mi stupì la presenza anche di giovani contrabbassisti, specialmente
giovani ragazze. Dalle mie parti non avevo (e non ho) mai visto degli
adolescenti suonare il contrabbasso in orchestra a fianco di professionisti, per
l'esecuzione di un'opera di quella importanza e impegno.
Appena
rientrato in Italia, oltre a riprendere la mia consueta attività musicale ebbi
l'opportunità di cimentarmi con entusiasmo nella didattica dello strumento,
desideroso anche di riuscire a creare un interesse presso i giovani, sull'onda
dell'entusiasmo che mi suscitarono i ragazzi che vidi a Munster alle prese col
Requiem di Berlioz.
L'attività
didattica, seppure privata e sporadica, mi sembrò assolutamente congeniale ma
l'impatto con la realtà italiana della didattica del mio strumento fu ed è
tuttora molto deludente, perchè senza logica e del tutto privo di prospettive di
sviluppo. Cercai di informarmi sulle possibilità di intraprendere un percorso
"ufficiale" di questo tipo (anche per valorizzare il mio titolo accademico) ma
lo scontro col caotico mondo della scuola, delle graduatorie e delle classi di
concorso è stato assolutamente scoraggiante. Mi informai meglio sulle SMIM,
tanti colleghi strumentisti (specie violinisti, flautisti, chitarristi e
pianisti) hanno avuto la possibilità di poter lavorare in queste scuole che
rappresentano un importante step nella propedeuticità strumentale e un
importante "serbatoio" di potenziali futuri iscritti in conservatorio e futuri
professionisti. Con grande stupore scoprii che il mio strumento, ma anche altri,
erano del tutto esclusi dall'offerta delle SMIM, senza alcuna valida ragione
dato che sono già inclusi il violino e il violoncello e considerando anche il
fatto che esistono da tempo contrabbassi di dimensioni ridotte.
Una rapida
ricerca sul web o sui social network mostra facilmente che in altre parti del
mondo il contrabbasso viene infatti insegnato da tempo ai giovanissimi in tutti
i Paesi europei più evoluti, nonchè Usa e Cina.
In Italia
invece non è previsto alcun insegnamento "precoce" ufficiale e sistematico del
mio strumento e nemmeno alcun tipo di divulgazione efficace nella fascia d'età
pre-adolescenziale, che possa creare
interesse intorno allo strumento e richieste di studiarlo.
Non esiste la
propedeuticità di cui attualmente godono gli strumenti contemplati dalle SMIM.
Esistono al massimo i licei musicali dove peraltro so che l'aspirante allievo
contrabbassista accede attraverso un esame. Dove peraltro è richiesto un livello
che presuppone una preparazione precedente che è istituzionalmente e
strutturalmente assente, per cui l'unica strada percorribile per un giovane
aspirante contrabbassista è l'insegnante privato con dei costi non sostenibili
da tutte le famiglie.
L'esclusione
del contrabbasso nelle scuole medie ad indirizzo musicale costituisce anche una
grave disparità (anche in questo caso, senza alcun valido motivo) di trattamento
in termini di sbocchi professionali tra le varie categorie di strumentisti
diplomati al Conservatorio.
Non si può
pensare di dare nuova linfa all'educazione musicale e invertire la rotta di
decadimento della cultura musicale e orchestrale in Italia se,
anacronisticamente, si dà sempre spazio soltanto ai pochi e soliti strumenti. I
Conservatori, compreso quello della mia città, lamentano da tempo una flessione
degli iscritti, specialmente per gli strumenti storicamente "sofferenti".
L'unica strada
per rimediare a questa situazione, almeno a livello della didattica, è
senz'altro la divulgazione e l'apertura a nuove possibilità di conoscenza.
Tutti i
musicisti conoscono l'alto valore educativo del fare musica insieme e
l'importanza per ogni allievo e individuo di trovare la "scarpa giusta" per
tempo. Può davvero fare la differenza nella vita.
Il
modello
venezuelano concepito e realizzato dal compianto Antonio Abreu è stato di grande
esempio per tutto il mondo per i traguardi culturali e sociali raggiunti e
certamente non si è basato su quattro o cinque strumenti o sulla esclusiva
formazione accademica e specialistica.
Non si può più
continuare con l'assetto attuale, è necessario invertire la rotta, svecchiare,
rinnovare e ampliare per dare una nuova speranza ad un Paese che ormai si è
troppo adagiato sui ricordi del proprio passato.
Massimo Battarino
marzo 2020

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