Conservatorio e scuole di musica del territorio
Un convegno a Torino
Il 18 gennaio 2020 si è svolto al
Conservatorio di Torino un convegno cui sono state invitate le
scuole di musica della Provincia e oltre - scuole medie a
indirizzo, licei musicali, scuole civiche, scuole private - per
una riflessione comune sulla nuova situazione che vede i
Conservatori non "coprire" più la fase iniziale del curriculum
formativo.
Di questo evento pubblichiamo qui sotto un resoconto di Giovanna
Fassino, già docente del Conservatorio torinese e studiosa delle
forze coesive del suono, che ringraziamo del suo contributo.
*****
Sarà il precoce
clima primaverile della tiepida giornata torinese, che ha visto in Conservatorio
una calda e numerosa partecipazione di addetti ai lavori raccogliersi attorno al
tema “Il Conservatorio incontra le scuole
musicali del territorio”, sarà stato dunque quel clima a stimolare
l'uso del verbo “risvegliare”, declinato in tutte le forme.
Senza relatori
ufficiali, con modalità di grande rispetto fra tutti i partecipanti, si è svolta
sabato 18 gennaio 2020, a Torino, la prima delle due giornate programmate con
entusiasmo e lungimiranza dal direttore Marco Zuccarini. La locandina dell'evento recava come
integrazione al titolo ”Confronti sulle
prospettive di collaborazione” e, ancora:
“Il territorio è il collegamento fra tutte le
Istituzioni presenti, incontro di progettualità che ci auguriamo sia di stimolo
non solo a livello locale, ma anche nazionale”.
Un ampio tavolo
di lavoro sul cui piano sono state poste le numerose tematiche riguardanti il
futuro delle giovani generazioni affidate alla cura degli attuali operatori
presenti nelle innumerevoli realtà di formazione musicale del territorio.
Stimoli non ne
sono mancati, tutti molto interessanti tanto da accendere e risvegliare di
entusiasmo per il futuro delle scuole e delle istituzioni presenti i numerosi
intervenuti.
Il nucleo dei
partecipanti era formato da insegnanti e dirigenti scolastici, fondatori e
operatori di associazioni musicali, direttori di scuole comunali di musica e di
realtà come l'AMBIMA - che raccoglie un numero sempre crescente di giovani e
meno giovani desiderosi di avventurarsi nelle esperienze di musica di insieme
proprie delle associazioni bandistiche.
La salvaguardia
della autonomia dell'offerta formativa è stato uno dei punti centrali degli
argomenti della giornata.
Il
Conservatorio, che un tempo si occupava della formazione musicale fin dalla
base, si occupava cioè degli “artigiani della musica”- così li chiamava Giorgio
Ferrari, uno degli storici direttori del “Giuseppe Verdi”- è attualmente
diventato, grazie a processi non indolori, svoltisi negli ultimi anni, uno dei
soggetti “certificatori” di una preparazione culturale e professionale di
livello universitario. Il principale soggetto accreditato dal Ministero per la
preparazione dei futuri musicisti che andranno ad operare in un mercato del
lavoro europeo molto difficile, selettivo ed esigente.
”Il
Conservatorio ha l'alto dovere di non vendere illusioni - questa la tesi
sostenuta con forza dal maestro Zuccarini - ma di preparare i giovani ad
affrontare sfide future”.
Dunque la
preparazione di base oggi si è spostata verso istituzioni prima inesistenti o
che svolgevano un ruolo marginale rispetto ai Conservatori. Quelle
istituzioni, sempre più numerose, creative e preparate, sono chiamate con forza a
stimolare le scelte della politica con progetti innovativi che emanano proprio
dai soggetti interessati.
“Come
conciliare il rispetto delle autonomie, non imponendo percorsi ristretti e come
supportare quelle scuole in modo che i giovani possano avvicinarsi al percorso
accademico al meglio?”
“Come
formare il futuro pubblico di sale da concerto?”,
“Come
salvaguardare le peculiari attitudini dei giovani affidati alle cure degli
insegnanti?”,
“Come
far capire che il bene comune artistico appartiene a tutti, sia che si tratti di
opere beethoveniane o di capolavori artistici quali la Pietà di Michelangelo?”
Questi alcuni dei
quesiti posti.
E ancora: “Come educare alla musica senza praticarla?” Quest'ultima
provocatoria domanda è stata posta da un insegnante di educazione musicale della
scuola media il quale lamentava anche l'eterna posizione di serie B riservata da
colleghi e genitori verso questa disciplina che invece merita tutta l'attenzione
e il sostegno possibile del mondo della scuola.
Uno dei testi
più citati è stato “Musicofilia” del neurologo Oliver Sacks, il quale, con dati
alla mano dimostra come il cervello di coloro che praticano musica fin dalla
tenera età sia ben sviluppato e meglio corredato. Stimolato da questi studi è
nato in Italia il progetto “Nati per la Musica”che in Miriam Mazzoni, direttrice
dell'Istituto Musicale Comunale “Leone da Sinigaglia” di Chivasso, vede una
entusiasta sostenitrice.
Alcuni hanno
ricordato che i molti giovani che si iscrivono alle scuole di musica lo fanno
per un interesse verso la musica di consumo, e che non tutti gli operatori sono
preparati ad affrontare quegli ambiti.
E’ emersa in
primo piano l'esigenza di collegare, come già avviene in Emilia Romagna, le
varie realtà formative regionali in una specie di “registro”, di “consorzio”
delle scuole di musica per andare incontro alla gente che incomincia a rendersi
conto che l'arte è importante almeno come lo sport. L'appartenenza ad un tale
consorzio potrebbe permettere detrazioni fiscali alle famiglie interessate alla
formazione musicale.
Si è osservato
che ancora sono troppo pochi le scuole medie ed i licei ad indirizzo musicale in
Piemonte, e si è ampiamente caldeggiato un futuro incremento ed una più stretta
collaborazione fra scuole in senso orizzontale ma anche verticale, cioè dalla
scuola primaria dell'infanzia fino agli istituti di Alta formazione musicale.
Il
Conservatorio, con le sue offerte di concerti per le scuole, le sue produzioni
dei Concerti-conferenza del mercoledì pomeriggio e le Serate Musicali, opera un
ottimo servizio culturale di cui si avvalgono numerose scuole. Inoltre il
Conservatorio attraverso l'attivazione di convenzioni può “esportare” propri
insegnanti per specifici progetti. L'attivazione del biennio di Didattica è
anche un importante tassello della formazione degli insegnanti di musica.
Una forte
critica è stata mossa al rapporto squilibrato fra il numero delle istituzioni
accademiche presenti sul territorio nazionale e l'esiguo numero di orchestre,
rapporto che è completamente ribaltato nei paesi dell'Europa del Nord.
Gli argomenti
delle relazioni si sono mossi fra gli impegni a scadenza ravvicinata che
coinvolgono le istituzioni, come le famose “certificazioni” del Conservatorio, e
le prospettive a medio termine, quali gli esami di ammissione. Ma soprattutto è
emerso il tema riguardante il futuro di tutti i soggetti che transitano e
transiteranno nei circuiti formativi musicali.
Molti hanno
ricordato le infinite prospettive di lavoro per i futuri musicisti come
l'“educazione alla legalità attraverso la musica”, promosso dalla Associazione
Nazionale “Libera” che ha adottato il “Sistema Abreu”; oppure, come ha ricordato
Andrea Maggiora, direttore dei Corsi di Formazione Musicale della Città di
Torino, le figure professionali non sono solo coloro che “salgono sul palco”,
anzi! attorno a quei pochi ruotano tantissimi ruoli che un diploma di Operatore
Culturale potrebbe riconoscere e preparare.
La giornata di
riflessione si è conclusa con un arrivederci a domenica 17 maggio per la grande
festa musicale in cui tutti gli studenti delle scuole potranno esibirsi nel
bellissimo salone del Conservatorio.
Giovanna Fassino
gennaio 2020
qui>> la
locandina-invito al Convegno
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