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sei in: DIDATTICA>QUADERNI DELLA RIFORMA/STRUMENTISTI/BACCHILEGA

I quaderni della riforma/Strumentisti


Le risposte di
GIANNI BACCHILEGA
 

Gianni Bacchilega, nato il 22 aprile 1946, diplomato in Pianoforte il 5 ottobre 1967 presso il Conservatorio di Bologna. Dal 1968 al 1978 è maestro collaboratore al Teatro Comunale di Bologna e dal 1969 al 1974 presso l’Arena di Verona. Nel 1978 vince il Concorso Nazionale per un posto di Direttore di Scena presso il Teatro Carlo Felice di Genova. Nel 1982 lascia il Teatro di Genova per collaborare con vari teatri nazionali e internazionali: la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Regio di Torino, il Maggio Fiorentino, Bruxelles, Parigi, Montreal, Israele ecc. Ha collaborato alla realizzazione di importanti produzioni teatrali con Pavarotti, Freni, Bruson, Raimondi, Molinari Pradelli, Arena, Zedda, Ronconi, Pizzi, Fassini, Gabriella Cohen, Carla Fracci, ecc. Insegna Pratica della Lettura vocale e pianistica per Didattica della Musica presso il Conservatorio di Bologna e di Milano.
 

Molti fra i fautori della riforma consideravano necessaria una migliore formazione musicale dello strumentista al di là dello studio dello strumento, più di quanto fosse previsto dall’ordinamento del 1930. I nuovi percorsi comprendono dunque armonia, analisi, storia, e la presenza di Teoria della musica e di Esercitazioni corali anche nel periodo superiore. Qual è la tua opinione in proposito?

Sono d’accordo e aggiungerei anche delle attività di apprendimento nei vari settori teatrali attraverso degli accordi di collaborazione tra i conservatori e i teatri italiani.

Il nuovo assetto delle discipline prevede che la competenza dell’insegnamento dello strumento si articoli su più discipline. Per esempio: Prassi esecutive e repertori (che è il vero e proprio insegnamento dello strumento), Metodologia dell’insegnamento strumentale, Trattati e metodi, Letteratura dello strumento, Fondamenti di storia e tecnologia dello strumento, Tecniche di lettura estemporanea, Improvvisazione allo strumento.
Tutte queste discipline – o meglio quelle che ogni istituzione sceglierà – sono di competenza dei docenti dello strumento “principale”. Tuttavia è prevedibile che lo studente le studi sotto la guida di diversi docenti dello stesso strumento.
Come vedi questa articolazione su più discipline della competenza strumentale?
E come vedi l’ipotesi che i tuoi studenti studino altri aspetti dello strumento con altri colleghi docenti dello stesso strumento?

Nessun problema se i miei studenti studiano con altri colleghi, ma non so se trovano il tempo per frequentare e studiare seriamente tutte le discipline elencate, forse occorre un piano di studio personalizzato.

Uno dei motivi di diffidenza di una parte di non pochi docenti di strumento verso il curricolo dell’alta formazione è il timore che lo studio dello strumento possa perdere la centralità che ha nell’ordinamento del 1930.
Condividi questa proccupazione? Se sì, pensi che questo rischio possa essere ridotto dalle singole istituzioni nella fase di definizione del proprio curricolo locale?

No, non condivido questa preoccupazione perché ritengo che la centralità debba essere riferita alla musica e non allo strumento.

La musica da camera assume nel curricolo un ruolo che non vi aveva nell’ordinamento del 1930. Sia come quantità, sia per la regolare verifica con esami.
Come giudichi questa innovazione dal punto di vista del docente di strumento (se questo è il tuo caso) e da quello del docente d’insieme (se questo è il tuo caso)? Potranno generarsi delle “contese territoriali”?

Sono favorevole alle “contese territoriali” se contribuiscono al raggiungimento di intese costruttive.

Pensi che le convenzioni fra Conservatori e Licei per dar vita ai nuovi Licei musicali possano comportare un rischio di “secondarizzazione” dei Conservatori, o portare a modificare in qualche modo lo stato giuridico dei docenti?

Possono portare ad una situazione analoga ai bienni abilitanti, cioè costo zero per lo Stato mentre per gli studenti e i docenti molta confusione e poche prospettive per il futuro. Ogni liceo musicale o coreutico dovrebbe avere i propri insegnanti di strumento e di danza abilitati dai Conservatori e dall’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

(marzo 2010)

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