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I corsi pre-accademici


6 domande a Roberta Ropa


Nella prospettiva che i Conservatori continuino per un lungo periodo a offrire la formazione musicale fin dall’inizio degli studi...

...interrompo subito: questa prospettiva dovrebbe, secondo me, essere stata cassata dalla legge 508, che prevede la “supplenza” da parte dei Conservatori fino alla messa a regime dell’istruzione precedente, ma non dopo (salvo la formazione permanente e degli adulti). Ovviamente la realtà è diversa dal dettato legislativo, per cui parte dell’impegno dei Conservatori si svolgerà anche sul fronte della fascia pre-accademica. La grande preoccupazione è il rischio che chi investe troppo sui corsi pre-afam venga “ridotto” a scuola secondaria…


...quali aspetti dell’ordinamento del 1930 (fin dall’inizio degli studi musicali) ti sembrano richiedere innovazioni, e quali viceversa ritieni siano da preservare?

Da innovare: la didattica della teoria musicale, i percorsi differenziati per anni delle diverse scuole (5 anni per canto, 6 per trombone, 10 per violino per ottenere uno stesso titolo), gli esami con programma semplificato (!!!), i programmi corrispondenti agli anni di studio, la “proprietà” dell’alunno da parte del docente per sostituirla con il senso di appartenenza ad una scuola, quindi l’idea di un lavoro in team… basta coi prof che dicono che non servono musica da camera o coro…, però organizzarli in modo che l’impegno scolastico sia fruttoso e non sovraccarico, con sessioni orarie dedicate allo studio assistito.

Da preservare: per chi desidera un percorso professionalizzante in campo strumentale la severità dei programmi dei corsi decennali, anche se devono essere integrati con repertori più ampi come attuato in molti istituti coi programmi sperimentali.


e, in particolare, per quanto riguarda la formazione musicale complessiva?

La didattica del solfeggio, come intesa dal vecchio ordinamento, è morta e sepolta. Da introdurre uno studio assai più completo, lungo tutto il periodo degli studi (ma progressivo e correlato al livello di studio a cui si aspira) della grammatica e della sintassi musicale, abbinato ad un progressivo ear-training, ai dettati armonici e polifonici, alle sedute di ascolto guidato, in relazione sia ai repertori dello strumento suonato che ai repertori degli altri strumenti, o formazioni cameristiche, o sinfonici/operistici, di ogni epoca.
Uno degli obiettivi della formazione pre-afam è quella di creare anche un pubblico per chi sarà musicista professionista. Occorre quindi abituare gli studenti di musica a fruire della musica stessa quanto più possibile, sia dal vivo, con la partecipazione ai concerti, che con l’ascolto di musica registrata.


e, in particolare, per quanto riguarda l’insegnamento strumentale?

La massima flessibilità nella scelta dei programmi, tagliati su misura dello studente, in base alle sue inclinazioni (ovviamente facendo riferimento ad una griglia di livelli definita dal dipartimento).


Come valuti la possibilità che la formazione ante-triennio venga progettata in autonomia dalle singole istituzioni, senza un modello centrale? 

Trovo che sia auspicabile, in una logica di concorrenza fra le istituzioni, ma ben vengano dal ministero indicazioni di massima sulle competenze da raggiungere al termine di ogni periodo di studi.


Quale procedura interna alle singole istituzioni giudichi appropriata per pervenire a un buon risultato? 

Il dipartimento dovrebbe avere tra i suoi compiti quello di individuare i contenuti richiesti per i passaggi di livello, lasciando al docente il compito di scegliere il percorso per ottenerli. Può altresì individuare forme innovative di didattica (su basi ad esempio laboratoriali o collettive) e coordinare i docenti per adeguare la didattica strumentale ed i programmi alle necessità della realtà contemporanea, salvaguardando al contempo il livello qualitativo delle esecuzioni strumentali.


Ritieni opportuno tener conto dell’impianto didattico e disciplinare del nuovo liceo musicale?

Adeguarsi al Liceo e ricalcarne le modalità, secondo me, sarebbe un “suicido” annunciato, visto che il Ministero attende solo di poter dire… "visto che fate le veci del liceo, allora…siate liceo a tutti gli effetti!”
Invece, il Conservatorio dovrebbe fornire tutto quanto manca alla semplice offerta del liceo, per completarla con il pieno utilizzo delle sue risorse. Per esempio seminari, occasioni di test valutativi, fornitura di docenti specializzati in questo o quel repertorio, assolutamente svincolati dalla struttura del liceo.


altre osservazioni sull’argomento?

Devono essere valorizzati i docenti con comprovate capacità di docenza. Devono essere consultati i docenti con attività concertistica o di ricerca e produzione, e comunque valorizzate le competenze aggiornate e la capacità di lavorare in team. Deve essere applicato l’orario di servizio come da contratto, obbligando i docenti alle 74 ore di ricerca, produzione e varie, e riducendo il numero degli studenti per privilegiare la qualità e l’offerta didattica più proficua per tutti.

Ovviamente bisogna contrastare gli atteggiamenti distruttivi, l’incapacità al lavoro di squadra, l’incomprensione del dettato della riforma persino dal punto di vista linguistico. E per far questo ci vogliono direttori e consigli accademici capaci di assumersi delle responsabilità anche in tema di valutazione dei docenti. Dotarsi di strumenti valutativi interni è l’unico modo per contrastare la prevalenza della pura anzianità di servizio, che non è più criterio accettabile.

Il consiglio accademico dovrà armonizzare tutto questo e, nella fascia pre-afam, dovrà indirizzare gli studenti verso i docenti dotati di maggiori capacità verso le fasce d’età coinvolte. Ne va di mantenere l’amore per la musica e la fiducia da parte degli studenti.


Roberta Ropa, pianista. Si diploma con lode nella classe di Franco Scala al Conservatorio di Pesaro nel 1987. Studia all’Accademia di Imola e vi si diploma in musica da camera sotto la guida di Pier Narciso Masi. Suona con molti artisti in formazione da camera in Italia ed all’estero. Insegna al Conservatorio di Parma ed alla Scuola di Musica di Faenza.

(dicembre 2010)

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