UN'ITALIANA ELETTA NEL COUNCIL DI AEC
Per la prima
volta dopo molti anni un italiano, anzi per meglio dire un'italiana, è stata
eletta nel Council dell'AEC (Associazione europea dei Conservatori, Hochschulen
e Accademie di musica). Al congresso dell'Associazione tenutosi a
Göteborg in Svezia gli scorsi 10-12
novembre Lucia Di Cecca, docente e responsabile delle relazioni internazionali
nel Conservatorio di Frosinone, ha saputo raccogliere intorno al suo nome il
consenso necessario per l'elezione nella più alta istanza dell'AEC.
Era
necessario un numero di voti ben più alto di quello delle istituzioni italiane
presenti e quindi era indispensabile un nome ben qualificato sulla scena
internazionale. Come quello appunto di Di Cecca che, oltre ad essere molto
attiva sul piano delle relazioni intereuropee per il suo istituto, ha creato e
condotto negli anni il progetto Working with Music.
Un progetto europeo che ha procurato un'esperienza professionale
all'estero a centinaia di giovani diplomati italiani, in un'attività che dopo
sei anni coinvolge 15 Conservatori e ISSM in Italia, e circa 120 istituzioni
ospitanti in tutta Europa e oltre i confini dell'Unione (conservatori, teatri,
orchestre, festival, organismi culturali, chiese, ospedali e centri di
riabilitazione).
Dopo Bruno
Carioti, allora presidente della Conferenza dei direttori, che era stato eletto
in un contesto di regole diverso dall'attuale, mai un italiano è stato eletto
nel Consiglio dell'AEC, nonostante l'alto numero di istituzioni italiane
associate. Un componente eletto dall'universalità dei soci europei, fra un
numero di candidati superiore a quello dei posti disponibili, rappresenta dunque
per il nostro Paese un risultato significativo. Il Council di AEC comprende 12
membri di altrettante nazioni diverse, ciascuno dei quali non rappresenta solo
la propria (le nazioni sono 28: in questo caso molte non troverebbero
rappresentanza) ma la generalità degli elettori, cioè delle istituzioni musicali
associate. Coerentemente, le candidature non sono proposte in ambito nazionale
ma in ambito europeo, sulla base della presentazione da parte di una istituzione
associata, diversa da quella di provenienza. E vengono a confrontarsi in una
competizione elettorale in cui pesano il curriculum e il prestigio acquisito da
ciascun candidato in ambito internazionale.
In un periodo
di contrapposizioni e di divaricazioni che sembra mettere in discussione
l'intera costruzione europea, appare importante che l'Italia consegua – come in
questo caso – risultati in campo aperto, piuttosto che ridursi a rivendicazioni
di parte – sud contro nord, o contro est - come purtroppo in altri ambiti sta
avvenendo. Buon lavoro a Lucia Di Cecca.
Novembre 2016

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