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DALL'ITALIA


ARRIVANO I PROPEDEUTICI
la riforma-spezzatino fa un passo avanti

 

Con uno dei decreti attuativi della delega prevista dalla legge 107 del 2015 ("La Buona scuola") il 7 aprile 2017 il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo "Ex atto 382" che, all'art. 15 e come previsto dalla legge delegante, interviene anche sui Conservatori istituendo i corsi propedeutici al posto degli attuali preaccademici.

Fa così un passo avanti, nei fatti, la riforma dei Conservatori (e assimilati), e pazienza se le norme sono disperse in una congerie di leggi eterogenee. Certo lo sforzo di delineare un provvedimento di riforma unitario, che era pur stato fatto nel 1999, non si è più ripetuto. Pazienza.

Nel blog di Paolo Troncon (>>) si trova una lunga e accurata disamina del testo del decreto legislativo, oltre al testo medesimo. La lettura non è amena ma utile.

Entro 6 mesi dovrebbe essere emanato un decreto (ministeriale stavolta) che attuando il decreto legislativo dovrà entrare nel merito delle faccende più delicate: fra cui citiamo
a) i requisiti di accesso per ciascuna tipologia di corso propedeutico, che devono tenere conto del talento musicale dello studente e del possesso di un livello tecnico comunque avanzato;
e poi:
e) i requisiti tecnici, le conoscenze teoriche e i livelli minimi delle abilità strumentali e dei repertori specifici, necessari per accedere ai corsi di diploma di primo livello dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Come si vede, non è roba da poco. Si tratta di stabilire un canone nazionalmente omogeneo per l'accesso ai corsi propedeutici dei Conservatori - sugli attuali preaccademici regnando la più completa anarchia - e, più importante ancora, un canone minimo ma nazionalmente omogeneo dei requisiti per accedere all'alta formazione.

Si tratterà ora di vedere alcuni dettagli. E come si sa, il diavolo è nei dettagli. Per esempio, chi sarà incaricato di stendere, su questi punti, il testo del decreto ministeriale. E con quali criteri: il "vecchio" Conservatorio era abituato a ragionare esclusivamente per repertori. Oggi internazionalmente i criteri sono diversi, e prevalgono in genere i concetti di standard, di risultati di apprendimento, di definizioni di abilità/competenze comunque non riconducibili esclusivamente a un repertorio.

(s.l.)

 

maggio 2017                                                                                 pagina Facebook

 


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