A oltre 4 anni da quando, come aasp.it, abbiamo per la prima volta messo al centro della nostra attenzione il fenomeno dell'emigrazione dei nostri diplomati (vedi qui>>), la consapevolezza della vastità e dell'importanza della questione si è estesa ben oltre il nostro settore, e ha investito massicciamente il discorso pubblico e quello politico.
Fra le mille voci di stampa ne segnaliamo una recente: lo spunto è un documento Istat, il recente Rapporto sul benessere equo e sostenibile. Ecco quanto ne riferisce, sull'argomento, il quotidiano La Repubblica il 15 dicembre 2017.
Fuga dei laureati, per tre che escono soltanto uno rientra

La denuncia nel rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile.
"Nel 2016 circa 16 mila laureati italiani tra i 25 e i 39 anni hanno lasciato il Paese e poco più di 5 mila sono rientrati, confermando il trend negativo del tasso di migratorietà dei giovani laureati". E' uno degli aspetti che rileva l'Istat nel Rapporto sul benessere equo e sostenibile, la serie di indicatori che si affiancano alle tradizionali rilevazioni economiche del Pil per definire lo stato di sallute del Paese. In un anno, quindi, per tre under-40 con titolo accademico andati via, solo uno è rimpatriato. "La capacità dell'Italia di favorire prospettive di occupazione altamente qualificata per i laureati italiani continua a mostrare segnali decisamente negativi", sottolinea l'indagine.
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